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  • Immagine del redattoreCoordinamento Salviamo i Boschi

Legge urbanistica, Sicilia bocciata da Roma per la seconda volta

Il governo Draghi impugna la modifica della legge bocciata dall'esecutivo Conte: "Incostituzionale l'abolizione del vincolo paesaggistico"



Non c'è pace per legge dell'urbanistica per la Sicilia. Stamani, con una seduta lampo, il consiglio dei ministri ha impugnato la legge numero 2 del 3 febbraio 2021, che non era altro che un correttivo della legge dell'agosto 2020, già impugnata dal precedente Governo Conte. Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini, ha esaminato sei leggi delle Regioni e ha impugnato la sola legge siciliana perché "talune disposizioni, eliminando il vincolo paesaggistico, si pongono in contrasto con gli articoli 3, 9 e 97 della Costituzione, nonché con le norme di grande riforma economico-sociale in materia di tutela del paesaggio", si legge in una nota di palazzo Chigi. Altre norme, invece, invaderebbero la potestà normativa statale secondo l'articolo 117 della Costituzione.

Non c'è pace dunque per la riforma dell'urbanistica, che era stata presentata dal governo regionale di Musumeci come uno dei grandi risultati della legislatura. L'anno scorso, la prima versione della norma era stata impugnata dall'esecutivo di allora di Giuseppe Conte. L'Ars allora era corso ai ripari approvando appunto la legge del 3 febbraio scorso come correttivo. Una "riforma della riforma", subito criticata duramente la ministero della Cultura sulla scelta di permettere ai Consigli comunali di intervenire sulla pianificazione paesaggistica e di escludere dai beni paesaggistici i boschi.


Adesso è chiaro che la correzione non è bastata. "Lo avevamo detto: basta altre forzature. Non ci hanno voluto ascoltare e hanno fatto un'altra pessima figura. Per legiferare ci vuole serietà e competenza e niente propaganda", dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia. "Avevamo chiesto di approvare il disegno di legge che correggeva la legge sul governo del territorio solo con le modifiche che risolvevano l'impugnativa, da noi sollecitata, del Consiglio dei Ministri - prosegue Zanna - invece l'ARS ha voluto nuovamente strafare introducendo norme che adesso sono state impugnate. Ai deputati regionali ripetiamo che devono finirla di colpire il paesaggio, i boschi e le coste".


Non ci sta l'assessore regionale al Territorio e all'ambiente Totò Cordaro: "Le norme che il Consiglio dei ministri ha impugnato sono frutto di due emendamenti presentati all'Ars dal Partito democratico e non riguardano, assolutamente, l'accordo che era stato raggiunto in precedenza tra Stato e Regione, a seguito anche di interlocuzioni con i ministeri della Giustizia, dei Beni culturali e dell'Ambiente - dice Cordaro - Fa specie che a proporre l'impugnativa sia stato un ministro dello stesso partito di coloro che hanno presentato i due emendamenti. A questo punto mi chiedo quale sia la posizione ufficiale del Partito democratico. L'impianto della norma, comunque, è assolutamente intatto e immediatamente applicabile. Il resto sono solo chiacchiere".


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